“Rue Amor – Diamanti da Babington” racconta in modo corale diverse storie d’amore. Alcune “tradizionali”, altre un po’ sopra le righe. Le racconta con le loro differenze, i loro intrecci, le loro ansie. Affronta l’amore “classico” e anche quello fiabesco, idealista, infantile ma non per questo meno intenso, meno coinvolgente. I protagonisti sono persone di tutti i giorni messe al cospetto di celebrità, di reietti della società e di personaggi soprannaturali. Un vero coacervo di mondi a contatto, tale da riuscire a mostrare svariate sfaccettature dell’amore. Mostrerà a cosa si può essere disposti, quali sacrifici si possono compiere, per poter amare liberamente. E tenterà di mettere a nudo le qualità necessarie affinché l’amore possa trionfare: la determinazione, la forza, la sopportazione, la pazienza. Cercherà anche di far capire quanto importante sia la fiducia. Per giungere al giusto finale. Al meritato coronamento degli sforzi.
Le storie troveranno tutte un lieto fine? Ci sarà una felice conclusione per ognuna di esse? La risposta è scontata.
Qualcuno obietterà: ma, se si conosce già il finale, che gusto c’è?
Il gusto non è nel “se” ma nel “come”. Ovvero: non è importante la meta quanto il viaggio. D’altronde, se non fosse così, chi leggerebbe mai una favola?

Ti scrivo una lettera, amor mio
La scrivo anche se
Sei solo un sogno/eppure ho bisogno di te
Di una nuvola che
Non precipita e/di una notizia
Buona per me
Buona per me.

Io scrivo la lettera, amor mio
Ma già lo so
Che ancora una volta/nessuno mi ascolta; però
Io non mi arrenderò/So che ce la farò
E la notizia io
Aspetterò
Aspetterò

Qualcosa per dimenticare/tutto il male che c’è
Qualcosa per farmi pensare
Perché pensar mai male è
Qualcosa per farmi vedere/che oltre il dirupo c’è il mare
Qualcosa per farmi capire
Che vivere non è soffrire
La vita è qualcosa di più
È ancora qualcosa di più

(a Ben, con fantasmagorico affetto)

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