Antologia della malata felice su Opinione Personale

28 Marzo 2013

Eco do Libro 30 Nell’ultimo mese mi è capitato di imbattermi diverse volte in letture simili, ma diverse, entrambe positive, pur trattando argomenti di dolore, di sofferenza, di malattia. Nella libreria di mio figlio ho trovato un volumetto, sottile dal titolo “Antologia della malata felice”. La mia storia, la storia della mia famiglia da sempre ha declinato le proprie giornate accompagnando mia mamma per quarant’anni lungo la strada senza ritorno dell’artrite reumatoide; vivere a fianco di una persona malata è un’esperienza faticosa e dolorosa, soprattutto per l’impotenza che si prova nell’essere spesso inutili, incapaci di dare anche solo conforto…. Mia mamma mi ha mostrato quanto un malato, carico di dolori fisici, possa combattere ogni giorno per far emergere sempre uno sguardo di speranza, grazie ad atteggiamenti di coraggio, di pazienza, di equilibrio. Questo libro già dal titolo oltre ad incuriosirsi , ha evocato in me tanto trascorso, per cui mi sono immersa nella sua lettura. Le pagine sono articolate in un alternarsi di capitoli che narrano il vissuto, attraverso pensieri, parole, rabbie, sconforti, tenerezze, un ‘altalenarsi di emozioni, sensazioni, esperienze di una mamma malata e della propria figlia. La trama vede Mia e Mirna, madre e figlia, vivere la propria quotidianità già difficile e dolorosa a causa della separazione dal marito e padre, a seguito di una sua relazione extraconiugale, e poi parallelamente vivere queste loro solitudini con la novità della leucemia invadente, annientante, soffocante. All’interno di questo susseguirsi di situazioni, ci sono delle riflessioni molto profonde e vere e vi riporto, solo per accendervi il gusto, alcune righe: pag. 50 ….tutte queste persone schierate come in una rappresentazione teatrale che nella vita reale era il suo dramma. Qualcuno aveva portato dei biscotti, altri della frutta. Tutti la soffocavano stringendola di domande in una sincera preoccupazione e sentito dispiacere. Le vennero in odio, per la lontananza dalla quale potevano partecipare. A tempo e dolore parziale. Appena fuori di li sarebbero tornati alle loro faccende mentre ne’ le ne’ Mirna avevano altre faccende se non la malattia e i suoi dintorni….. pag. 105….la differenza tra un malato e una persona sana consiste nella percezione diversa del tempo…. Ecco adesso vi lascio, sperando di avervi convinto a leggere questo libricino interessante e bello !